Le cadute in ospedale solo talvolta sono una conseguenza della disattenzione del paziente o comunque di chi deambula nella struttura e che possono determinare l’obbligo di risarcire il danno nei confronti del malcapitato.
In alcuni casi, però, cadere in ospedale può esser conseguenza della mancata vigilanza sul paziente o comunque di una negligenza della struttura ospedaliera, che omette di prendere alcuni piccoli accorgimenti che permetterebbero di evitare qualsiasi infortunio: circostanza, questa, molto preoccupante, specie in condiserazione del fatto che queste situazioni sarebbero, come dimostrato da alcune ricerche, nell’oltre 90% dei casi tranquillamente evitabili.
Verichiamo quali sono i diritti del paziente in questi casi, con particolare attenzione alla purtroppo frequente casistica delle cadute accidentali in ospedale.
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Cadute accidentali in ospedale
Ma procediamo con ordine ed analizziamo il caso in cui sia il paziente di un ospedale a cadere accidentalmente.

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Le cadute in ospedale rientrano tra i cosiddetti eventi avversi, ovvero eventi imprevisti e importanti che causano un danno indesiderabile e non atteso e che possono determinare conseguenza immediate o tardive più o meno gravi, fino addirittura alla morte stessa del paziente.
Eppure, nonostante le talvolta disastrose conseguenze che ne possono derivare, il trend non è affatto positivo, anzi si evidenziano situazioni preoccupanti: dati statistici internazionali evidenziano come questo tipo di caduta determini dal 5 al 9% di aumento del tempo di ospedalizzazione del paziente.
Ciò, in soldoni, vuol dire che in moltissime situazioni cadere in ospedale prolunga il periodo di degenza nella struttura ospedaliera, con ovvie conseguenze non solo per il paziente stesso, ma anche per i costi da sostenere per il ricovero, oltre al disservizio indiretto che si causa agli altri potenziali utenti (del resto, la mancanza di letti può esser molte volte un disservizio molto grave).
Una raccomandazione ministeriale del 2011 stima che il 78% delle cadute in ospedale risulti in effetti prevedibili e da cause identificabili, la restante parte si suddivide in cadute accidentali e imprevedibili. In altri termini, secondo questo atto del Ministro della Salute, nella tragrande maggioranza dei casi la caduta in ospedale dipende da una disattenzione o da una negligenza della struttura ospedaliera: ne deriva che nella maggior parte dei casi è possibile chiedere il risarcimento dei danni da caduta in ospedale (ottenendolo, evidentemente).
Risarcimento danni per cadute in ospedale
La disciplina della responsabilità della struttura ospedaliera è contenuta nell’art. 2051 del codice civile. In sintesi, la responsabilità per il caso di cadute in ospedale è prevista nel caso in cui essa sia dovuta ad inadeguata manutenzione dell’area della struttura sanitaria: si pensi, ad esempio, alla presenza di pavimenti scivolosi, buche, insidie, e così via).
Stiamo parlando, quindi, in termini più generici di un caso di responsabilità medica.

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In questi casi viene la colpa è addebitata a titolo di responsabilità oggettiva del proprietario della struttura e su quest’ultimo cade l’onere di dimostrare di aver fatto tutto quanto in suo potere per evitare che si verificasse l’accaduto, evidenziando ad esempio di aver adottato tutte le cautele del caso, oppure che la colpa è di altri o che comunque si era in presenza di un caso fortuito, per liberarsi dalle responsabilità dell’accaduto.
Dunque la responsabilità del custode della struttura resta esclusa dalla sola prova che il danno sia stato determinato da cause estrinseche ed estemporanee create da terzi.
Alle aziende ospedaliere in particolare è richiesta un’adeguata attività di controllo più accurata rispetto ad altri settori, anche a causa delle caratteristiche dell’utenza, che spesso non è nelle condizioni di avere lo stesso grado di attenzione e diligenza di una persona in piena salute.
Ne consegue che chi cade in ospedale ha diritto di richiedere il risarcimento dei danni subìti alla struttura presso la quale è avvenuto il sinistro (sempre che ovviamente sia configurabile una responsabilità in capo a quest’ultima, come appena evidenziato).
Pertanto, in funzione del fatto che all’interno della struttura stessa sono ricoverati malati che possono avere particolari difficoltà di deambulazione, nell’adempiere alle attività di manutenzione necessaria della struttura sanitaria bisogna provvedere a tenere sotto controllo con particolare attenzione il terreno calpestabile, con una cura anche superiore alla norma.
Ma vi è di più: chi è caduto in ospedale potrà rivalersi per il risarcimento danni nei confronti della sola struttura, senza dover necessariamente coinvolgere chi materialmente si occupava della manutenzione del terreno calpestabile.
Facciamo un esempio pratico: se il pavimento di un ospedale resta viscido a causa della caduta a terra di una sostanza oleosa, la responsabilità della ditta pulitrice che ha vinto l’appalto è esclusa dal momento in cui la responsabilità di vigilanza e custodia resta in capo a chi gestisce la struttura stessa e non a chi ha l’obbligo di fare le pulizie. Fermo restando, ovviamente, che nei limiti di legge l’ospedale potrà a sua volta rivalersi nei confronti del reale responsabile della mancata manutenzione, ove esistente.
La responsabilità della struttura sanitaria per le cadute in ospedale
Quando una persona si ricovera in ospedale diventando paziente nasce una sorta di contratto di natura atipica di “assistenza sanitaria”. Da questo ne consegue che la responsabilità della struttura nei confronti del paziente è di natura contrattuale ed esiste a prescindere dal poter accertare l’esistenza di una condotta colposa di un singolo soggetto operante nella struttura.

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Infatti la giurisprudenza ritiene che in caso di lesioni da caduta in un ospedale il paziente può seguire la via della responsabilità extracontrattuale e ottenere il risarcimento dei danni.
Ad esempio una delimitazione a quanto esposto si ha quando vi è la caduta da barella con conseguente morte di un paziente che giunge nel pronto soccorso in stato di ebrezza o di agitazione: in questo caso la responsabilità ricade sul responsabile della sicurezza della struttura che non ha dotato le barelle di sbarre anti-caduta, anziché sul personale medico-sanitario che trasporta i malati.
La riduzione di rischio della caduta del paziente è un indicatore della qualità dell’assistenza sanitaria e deve essere perseguita anche con la formazione del personale sanitario al fine di migliorarne le competenze e diminuire il numero di cadute.
La struttura e gli operatori quindi dovrebbero adottare misure di valutazione degli ambienti e predisporre interventi di messa in sicurezza delle aree ad alto rischio di caduta onde evitare situazioni di questo tipo che sono spiacevoli sia per i pazienti che per le strutture sanitarie.
In conclusione, voglio ricordarti che in caso di necessità puoi rivolgerti gratuitamente a RimborsoGratuito per ottenere consulenza gratuita e verificare il tuo diritto al risarcimento danni da infortunio in ospedale.