Se ti trovi su questa pagina, è perché probabilmente hai dei dubbi su degli argomenti molto importanti, quali quelli riguardati i diritti del malato; dubbi che hanno bisogno di avere altrettante risposte concrete ed efficaci.

diritti del malato
Trattandosi di un argomento molto vasto e delicato, cercherò di aiutarti il più possibile, nella speranza che tu possa trovare in questo articolo tutte le risposte di cui hai bisogno, ma senza pretesa alcuna di esaustività. In ogni caso, sappi sin da ora che per ulteriori dubbi o se vuoi ottenere risposte sulle tutele previste in favore del malato che non hai trovato in questo contenuto, puoi tranquillamente contattarci ed avere Assistenza Gratuita in materia sanitaria cliccando il bottone qui sotto.
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Il diritto alla Salute in Italia
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività.
E’ proprio dall’articolo 32 della Costituzione italiana che possiamo cogliere le fondamenta dei diritti del malato. A tal proposito è necessario che ci sia sempre qualcuno disposto a lottare ed impegnarsi quotidianamente, affinché questi diritti vengano concessi a tutti e non vengano mai negati a nessuno (come purtroppo, sovente, accade).
Il diritto alla salute mira a garantire ad ogni cittadino l’accesso alle cure mediche, l’affidabilità, la sicurezza e la qualità dell’intero servizio sanitario. In caso di malattia, la legge garantisce la tutela dei diritti anche in ambito lavorativo, attraverso una serie di normative che ne assicurano cure, trattamenti, e che vanno anche a considerare le necessità di tipo economico che ogni malato deve ricevere.
Quali sono i diritti del malato
Ma quali sono i diritti del malato e come puoi difenderti nel caso in cui hai vissuto la brutta esperienza di essere stato vittima di malasanità?
Con la definizione “diritti del malato”, conosciuti anche come diritti del paziente, vengono considerati quei diritti dei cittadini, i quali vengono assistiti in un rapporto di trattamento sanitario. Tali diritti non si applicano solo nei confronti del medico, ma vengono anche riconosciuti in un qualsiasi tipo di trattamento, come per esempio dei professionisti o degli psicoterapeuti alternativi.
Ogni paziente sottoposto a trattamento medico sanitario affida la propria vita nelle mani di personale medico e delle aziende sanitarie. E’ necessario quindi che vi siano date delle garanzie adeguate.
Anzitutto, un aspetto molto importante da sottolineare è il diritto all’informazione circa il proprio stato di salute o sull’utilizzo dei servizi sanitari, ossia il diritto al consenso informato, che mette il paziente nelle condizioni di poter prendere parte attiva alle decisioni riguardanti il proprio stato di salute, prima dell’avvio di ogni procedura e trattamento medico sanitario.
Partiamo subito dal presupposto che la malattia, o per meglio dire la persona affetta da una patologia, va rispettata ed aiutata. Del resto la legge in Italia tutela il paziente con una serie di diritti fondamentali su cure, lavoro, pensione ed esenzioni. Un malato non necessita solo di molte cure mediche e trattamenti terapeutici essenziali, ma ha anche e soprattutto esigenze di carattere economico oltre che sociale.
Proprio per questo motivo il nostro ordinamento prevede una serie di tutele e benefici a favore del malato e della sua famiglia. E’ fondamentale infatti che il malato e gli altri componenti dello stesso nucleo familiare, ricevano un sostegno anche psicologico se necessario, al fine di condurre una vita normale per quanto possibile, e che gli consenta di vivere dignitosamente nonostante la malattia e le terapie da affrontare.
Tra i diritti del malato possiamo facilmente trovare tanti vantaggi, quali ad esempio il diritto al giusto risarcimento in caso di danno biologico causato da errore medico. Con tale termine si vuole intendere una lesione fisica o psichica più o meno grave.
Altri vantaggi sono il diritto alle misure preventive verso ogni tipologia di malattia, il diritto all’accesso ai servizi sanitari, senza discriminazioni legate alle risorse finanziarie, culture religiose, tanto meno al luogo di residenza o al tipo di malattia che il paziente presenta.
I diritti del malato in ospedale
Se hai necessità di sapere quali sono i diritti del malato in ospedale e capire bene come fare nel caso in cui tu voglia difenderli in maniera adeguata, sicuramente questo è l’articolo che fa al caso tuo.
Per prima cosa hai bisogno di essere informato sulle normative ospedaliere, sul diritto alla privacy ed alla confidenzialità verso ogni informazione personale, (vedi anche legge sul trattamento dei dati personali), sulle procedure diagnostiche o terapeutiche, e sul diritto al rispetto del tempo di esecuzione di ogni trattamento sanitario, poiché sono anche definiti per tutelare i diritti di ogni cittadino o del malato stesso.
La cura del malato può essere effettuata in varie sedi, di tipo ospedaliero e non; tra queste troviamo: l’ospedale, i centri di riabilitazione, le residenze sanitarie non ospedaliere o sociosanitarie (come ad esempio le case di cura per anziani), le strutture sanitarie private o addirittura la propria abitazione.
Diritto alla conoscenza della propria situazione clinica
Il malato durante il ricovero ha diritto a richiedere ed ottenere una dettagliata situazione clinica, diagnostica e terapeutica, dati che vengono riportati all’interno della cartella clinica o referti. Se il malato o la persona da lui delegata (previa esibizione di documento di riconoscimento) richiedono la copia originale di quest’ultima, essa dovrà essere consegnata entro e non oltre 30 giorni dalla richiesta; nel caso in cui si trattasse di una particolare urgenza appositamente documentata, il paziente avrà il diritto alla consegna immediata senza ulteriori tempi di attesa.
Durata della degenza in ospedale
La cura della malattia non ha limiti di durata e non può essere limitata, nè dall’età del malato nè dal tipo di malattia. Questo diritto spetta quindi ai malati anziani, a quelli cronici, ai non autosufficienti, alle persone colpite da malattie inguaribili o invalidanti, da malattie psichiatriche, dal morbo di Alzheimer, celiaco piuttosto che di Crohn e così via.
Potrà farti piacere ed esserti certamente di aiuto avere informazioni per quanto riguarda la degenza in ospedale a lungo termine. Generalmente chi si occupa di avviare una pratica di degenza in ospedale (quale un’infermiera oppure il medico in prima persona), oltre a chiederti i dati personali e tutte le circostanze per la quale ti trovi in ospedale, dovrebbe darti alcune informazioni che potrebbero ritornarti utili al fine di non avere alcuna spiacevole sorpresa alla fine di essa. Qualora tu fossi impossibilitato alla comunicazione, dovrebbero dare queste informazioni ad un parente o alla persona che ti ha accompagnato e che potrà riferirti tutto in seguito.
Per quanto lunga possa essere, la degenza in ospedale non può prolungarsi per più di 60 giorni. Di solito infatti, una volta trascorsi i 60 giorni, le strutture ospedaliere o private dovrebbero abbassare i costi di degenza del 30-40%, ed è proprio per questo motivo che i prestanti servizio alle strutture sanitarie tendono sempre di spostare il paziente in un’altra struttura ospedaliera o direttamente di dimetterlo.
C’è però da dire che qualora le condizioni del malato/paziente non siano idonee al trasferimento in altre strutture sanitarie o alla dimissione stessa, il ricovero può essere prolungato. Nel caso che si tratti di una struttura privata, si può chiedere all’ASL del paese d’appartenenza l’autorizzazione alla permanenza del malato.
Un’altra notizia molto importante da sapere è che, per i casi di trasferimento di un malato acuto da una struttura ospedaliera ad un’altra, essa deve sempre essere a cura dell’ospedale stesso e non dal malato, tanto meno da un parente.
I diritti del malato di cancro
Quando si entra a conoscenza di essere (purtroppo) malati di cancro, il paziente (così come i suoi familiari), viene colto da un forte stato confusionale. Ecco quindi che possono facilmente subentrare dei dubbi o delle incertezze su quali sono i tuoi diritti in quanto affetto da patologia tumorale.
I diritti riconosciuti al malato di tumore sono finalizzati a rispondere ad esigenze di tipo economico ma soprattutto sociale, in modo tale da assicurare uno stile di vita che rispetti pienamente la dignità della persona, qualunque sia il grado o lo stadio della malattia.
E’ per questo che ai malati spettano determinati tipi di indennità, ovvero una somma in denaro come risarcimento ad un danno o ad una perdita subita, così come l’esenzione dal corrispettivo ticket da pagare per i farmaci e per le visite mediche, nonché la riabilitazione e la prevenzione.
Esenzione Ticket per i malati di cancro
Anche il malato di cancro ha diritto all’esenzione dal pagamento del ticket per le visite mediche, i farmaci e gli esami appropriati per la terapia del tumore di cui è affetto, ma anche per la riabilitazione e la prevenzione di ulteriori aggravamenti.
Protesi per malati di tumore
Il servizio sanitario nazionale garantisce inoltre protesi ed ausili a persone con invalidità superiore al 33%, anche se sono ancora in attesa che tale invalidità gli venga riconosciuta.
- Se il malato di tumore avesse bisogno di una protesi che rientra nel nomenclatore tariffario, si avrà diritto ad ottenerla gratuitamente grazie alla richiesta di prescrizione da parte del medico.
- Nel caso in cui la protesi non rientri nel nomenclatore tariffario, ma si è comunque in possesso di un’invalidità pari al 100%, si può eventualmente richiedere uno sgravio fiscale con l’agevolazione dell’Iva pari al 4%.
Prestazioni INPS per i malati di cancro
A seconda del tipo di invalidità che gli viene attribuita, i malati di cancro hanno diritto ad una serie di prestazioni a carico dell’INPS quali assegno di invalidità, indennità di accompagnamento e pensione di inabilità al lavoro.
Le domande per l’ottenimento di questi benefici devono essere presentate per via telematica all’INPS, utilizzando l’apposito codice PIN ottenibile tramite procedura di registrazione dal sito web ufficiale.
Una volta avvenuta la registrazione, devi procedere compilando ed avviando la domandina che trovi sul sito dell’INPS, procedura che si può fare solamente se si è in possesso di un certificato medico digitale, rilasciato da medico accreditato. Infatti, solo avendo quest’ultimo, potrai compilare ed inviare la domandina via internet, oppure puoi chiedere un aiuto affidandoti ad un patronato o ad un intermediario appropriato.
Indennità di accompagnamento
Se (a causa della sua malattia), al malato gli si viene riconosciuta un’invalidità totale e permanente del 100%, e qualora l’ammalato non sia autonomo ed abbia problemi di deambulazione, è possibile pure richiedere il riconoscimento di “un’indennità di accompagnamento”, compatibile anche con lo svolgimento di un’attività lavorativa.
Indennità di frequenza
Esiste anche la possibilità di usufruire di un tipo di indennità denominata “indennità di frequenza”. Grazie ad essa, le persone affette da un qualsiasi tipo di malattia invalidante (come tumori o perdita uditiva) che frequentano scuole di formazione, ma anche centri terapeutici o di riabilitazione, hanno diritto fino al diciottesimo anno di età ad una prestazione economica mensile.
Un altro tipo di indennità fondamentale è l’indennità di frequenza scolastica, la quale viene riconosciuta ai minori affetti da patologie tumorali e a cui non spetta quella di accompagnamento. In pratica possono richiederla i minori le cui condizioni siano meno gravi di quelle che danno diritto all’indennità di accompagnamento.
MANCATA DIAGNOSI TUMORE
Possono sussistere, purtroppo, anche sfortunate circostanze in cui si constati una mancata o tardiva diagnosi del tumore. In questo caso, se vuoi ottenere un risarcimento per malasanità, puoi farlo a condizione che vi sia un accertato errore medico ed una diagnosi errata non inferiore ai 6 mesi precedenti. Non sarà il caso, quindi, di procedere con un’azione legale, se la tardiva o mancata diagnosi è stata solo di 2 o 3 mesi.
Inoltre la Cassazione, a riguardo del danno da malasanità dovuto a perdita di chances, ha rilevato che l’omessa diagnosi di un processo morboso terminale, sul quale sia possibile procedere soltanto con un intervento cosiddetto palliativo (non idoneo a guarire, ma quanto meno ad alleviare le sofferenze), può determinare un danno al paziente. Il ritardo può significativamente compromettere la “qualità di vita” a cui esso ne avrebbe avuto diritto.
Ti spetta il risarcimento dei danni, in sintesi.
Il diritto ALLA pensione anticipata
Con il termine “pensione anticipata” (entrata in vigore a partire dal primo gennaio 2012 con la legge Fornero), vuole intendersi quel trattamento pensionistico somministrato a favore dei lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria.
Ogni individuo che sia malato di cancro, per poter avviare una pratica per la richiesta di pensione anticipata in Italia, deve ovviamente essere anche in possesso di determinati requisiti. Essi non sono basati sulle determinate malattie, ma in base al tipo d’invalidità.
Sì, lo so, ti suonerà un pò male, ad una notizia del genere non si può certo reagire nei migliori dei modi. Dovrai infatti affrontare un lungo periodo di cure e terapie (a volte anche pesanti), e che comporteranno nella maggior parte dei casi un lungo periodo di assenze dal posto di lavoro; purtroppo però, per la pensione anticipata, non basta che ti sia stato diagnosticato un cancro, ma devi prima ottenere una determinata percentuale derivante dalla patologia che ti è stata attribuita.
Le tabelle ministeriali prevedono 3 tipi di percentuale d’invalidità:
- invalidità dell’ 11%;
- invalidità del 70%;
- invalidità del 100%.
Pensione anticipata d’invalidità PER MALATI DI CANCRO
Se sei stato vittima di una malattia che abbia provocato una determinata invalidità, avrai certamente diritto a ricevere una pensione anticipata d’invalidità.
Il malato con una patologia grave – come il cancro, per esempio – che gli porta ad ottenere una percentuale d’invalidità superiore all’ 80%, avrà diritto ad anticipare la pensione della vecchiaia, a 55 anni se si tratta di una donna e a 60 anni se si tratta invece di un uomo. A questi vanno aggiunti inoltre i 7 mesi d’incremento per l’adeguamento alla speranza di vita.
Se il malato di cancro superasse il 74% d’invalidità, avrà diritto all’accredito di 2 mesi in più all’anno di contributi, permettendogli così di anticipare la pensione fino ad un tetto massimo di 5 anni.
Sempre con lo stesso 74% d’invalidità, sarà anche possibile richiedere l’assegno ordinario d’invalidità se si è in possesso di almeno 5 anni d’anzianità assicurativa, con almeno 3 anni di contributi versati negli ultimi 5 anni.
Qualora non esistesse la possibilità di possedere i precedenti requisiti, si avrà comunque l’opportunità di richiedere la pensione d’invalidità civile, che sarà calcolata a sua volta, in base al reddito.
I diritti del malato lavoratore
Il primo diritto in assoluto di cui ogni malato lavoratore deve essere a conoscenza, è sicuramente quello di tutelarsi a dovere, prendendo così consapevolezza dei diritti che gli spettano.
Il lavoratore del settore pubblico o privato a cui viene riconosciuto lo status di handicap grave, ha il diritto di poter essere trasferito alla sede di lavoro più vicina al suo domicilio, e comunque non può essere trasferito senza il suo consenso. Equivalenti diritti sono dati al familiare che lo assiste.
Il lavoratore disabile ha il diritto di poter essere adibito a mansioni che siano adeguate alla sua capacità di lavoro. Se le sue condizioni peggiorano, ha diritto inoltre di essere assegnato a mansioni aventi lo stesso valore, anche inferiori, purché compatibili con le sue nuove condizioni, mantenendo però il trattamento delle mansioni di provenienza.
Quanto al lavoratore malato di cancro, egli:
- può avanzare la richiesta di non essere assegnato a turni di notte, presentando al datore di lavoro un certificato che attesti la malattia e che comprovi la sua inidoneità a svolgere turni di questo tipo;
- può usufruire di forme di flessibilità orarie durante la malattia, come ad esempio il tempo parziale. Con quest’ultima si da la possibilità al malato di avere più tempo per poter perseguire le cure necessarie ed i trattamenti medico sanitari;
- se con invalidità e con un grave handicap, ha diritto a 3 giorni di permesso retribuito al mese, che possono anche essere ripartite in ore.
I diritti per malati invalidi
Quali sono i diritti per i malati invalidi? A quali leggi devo fare riferimento per avere così la certezza di poterli fare rispettare appieno? Uno dei maggiori diritti spettanti ai malati invalidi, è senza ombra di dubbio l’indennità di accompagnamento.
Tale diritto spetta ai malati che non possono svolgere normali attività quotidiane, perché invalidi, perché portatori di handicap o perché mutilati, e che quindi necessitano di un accompagnatore che li aiuti nelle faccende giornaliere, come per esempio prepararsi per svolgere tutte le attività che una persona sana esegue quotidianamente, dall’aiutare a lavarsi o a vestirsi, fino ad accompagnarlo nelle faccende giornaliere (tipo spesa quotidiana, pagamenti delle utenze, o ad esempio nelle cure di chemioterapia se si tratta di un malato di cancro).
Nei casi più gravi trovi anche quelle persone che non sono in grado di deambulare, e dunque hanno bisogno ancora più del sostegno di un’altra persona che sia l’accompagnatore fin dalle prime luci del mattino.
Attenzioni particolari sono destinate alle persone invalide, come la prescrizione gratuita di protesi, messe a disposizione dal servizio sanitario nazionale, o la pensione di inabilità e l’assegno di invalidità civile. Tali prestazioni possono però essere erogati solo nel caso in cui presentano il 74% di invalidità, e che abbiano un’età compresa tra i 18 ed i 65 anni.
Per le persone disabili vi è anche il diritto al collocamento obbligatorio, sancito dalle imprese e dagli enti pubblici.
Un’altra cosa importante cui devi prendere conoscenza, è l’esistenza di leggi che tutelano i portatori di handicap, come ad esempio la legge 68/1999 che è stata redatta per le cosiddette categorie protette di lavoratori, con lo scopo di favorirne l’ingresso nel mondo del lavoro.
Questa legge infatti agevola chi è portatore di handicap, obbligando le aziende con più di 15 dipendenti ad assumere una quota di lavoratori appartenenti alle categorie protette, ed incentivandole ad assumere tali tipologie di lavoratori mediante agevolazioni fiscali.
Il tema del lavoro è un argomento di rilevante importanza per tutto ciò che concerne i diritti del malato, in particolare vige il divieto di licenziamento per almeno un periodo di tempo che la legge si premura di stabilire.
Anche i liberi professionisti sono tutelati e possono contare su diverse tipologie di assistenza economica.
Per concludere, sappi che i diritti dei malati riguardano anche l’ambito della libera circolazione: è possibile infatti ottenere un contrassegno nominativo da mettere nell’autoveicolo in caso di invalidità accertata. Le persone disabili con problemi di mobilità eccezionali o persone non vedenti, (che sono in possesso di un certificato che attesti l’invalidità), possono presentare domandina al proprio comune d’appartenenza per poter ottenere un permesso di parcheggio e facilitare dunque le manovre di sosta dell’autoveicolo del portatore di handicap, o dell’accompagnatore nel caso di un non vedente.
La Carta europea per i diritti del malato
Con la Carta europea dei diritti del malato, (da non confondere con la tessera europea di assicurazione malattia, conosciuta anche con l’acronimo “TEAM” o più comunemente come “tessera sanitaria”, di cui andrò a parlarti più avanti), presentata a Bruxelles il 15 di Novembre del 2002, si è voluto creare un rapporto tra le politiche sanitarie dei diversi paesi facenti parte dell’unione europea, in modo tale da eliminare ogni discrepanza e disequilibrio nell’attuazione dei diritti, e per facilitare le transazioni tra pazienti, strutture sanitarie ed annessi.
In base all’articolo 35 della Carta dei diritti fondamentali, i sistemi sanitari nazionali facente parte della comunità europea, devono assicurare i servizi sanitari ai malati e garantire ad ogni individuo un alto livello di protezione della salute.
Questo implica non solo i diritti, ma anche dei doveri, sia da parte del richiedente cura, che dei medici e delle strutture sanitarie, assumendosi le proprie responsabilità. Ti ricordo che, trattandosi di una carta sanitaria europea, potrebbe essere rivisitata, modificata, ai fini della sua evoluzione e permettere lo sviluppo della ricerca scientifica.
Tale carta in sostanza, riunisce quelli che sono i diritti fondamentali di ogni paziente, che ogni paese dell’unione europea dovrebbe tutelare. Essa, è strutturata in 14 diritti che sono fondamentali e di conseguenza, devono essere riconosciuti e rispettati indipendentemente da limitazioni finanziarie, economiche o politiche.
Qui di seguito l’elenco dei diritti riconosciuti dal documento:
- Diritto a misure sanitarie preventive: Il malato ha il diritto ai servizi appositi a prevenire la propria malattia. I servizi sanitari hanno il dovere di garantire procedure mediche ad intervalli regolari e senza costi.
- Diritto all’accesso alle cure mediche. Ogni persona ha diritto alle cure mediche per lo stato di salute che ne deriva. Qualora il richiedente servizio non avesse la possibilità di far fronte alle spese, ha comunque il diritto di essere curato adeguatamente, sia che si trovi in ospedale che in clinica. I servizi sanitari devono dare libero accesso a questi servizi ai malati senza nessuna discriminazione. Se un individuo non si trovasse in possesso di un regolare permesso di soggiorno, ha comunque il diritto alle cure urgenti ed essenziali, sia che si trovi in giacenza in una qualsiasi struttura sanitaria, sia che abbia bisogno di assistenza esterna. Non vi sono differenze tra chi soffre di una malattia rara ed una malattia comune.
- Diritto alla informazione sullo stato di salute. Ogni uomo ha il diritto di essere informato riguardante il proprio stato di salute, i servizi sanitari e come utilizzarli; in particolar modo su tutti quei servizi che la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica rendono disponibili. I servizi sanitari hanno il dovere di assicurare un’informazione dettagliata sul paziente, rendendola facilmente comprensibile e tenendo conto delle specificità linguistiche, religiose o etniche. Essi hanno inoltre il dovere di rendere tutte le informazioni facilmente accessibili, rimuovendo ogni tipo di ostacolo burocratico; infatti il paziente ha il diritto di accedere direttamente alla sua cartella clinica e alla sua documentazione sanitaria, di fotocopiarle, di fare domande circa il loro contenuto e di ottenere la correzione di ogni errore esse potessero contenere.
- Diritto al consenso informato. Il consenso informato di un paziente deve essere ottenuto da parte dei medici, grazie al coinvolgimento ed all’informazione sullo stato di salute del paziente, sui trattamenti da eseguire, sui rischi, effetti collaterali ed eventuali alternative. Il paziente, dunque, deve essere informato su tutto quello che riguarda le sue condizioni di salute, così che può prendere le decisioni giuste per il tipo di trattamento alla quale deve sottoporsi. Queste, devono essere comunicate almeno 24 ore prima, sia che si tratti di una cura oppure di un intervento chirurgico. Naturalmente deve essere spiegato tutto in maniera semplificata, tenendo conto delle sopraindicate difficoltà che ogni paziente potrebbe avere del tipo linguistica, tecnica etc. Se si trattasse di un caso di minore oppure di un adulto incapace d’intendere e di volere, si comunica con un familiare o l’accompagnatore in questione rendendolo comunque ed in ogni caso partecipe. E’ inoltre risaputo che il paziente ha il diritto di cambiare idea su un trattamento anche durante, rifiutare un trattamento oppure un’ intervento medico.
- Diritto alla libera scelta dei trattamenti medici. Alla base di adeguate informazioni da parte dei medici, ogni individuo ha il diritto di scegliere liberamente tra diverse procedure di trattamenti sanitari. Il paziente ha il diritto inoltre di decidere a quali esami diagnostici e terapie sottoporsi, tanto meno quali medici di famiglia, specialisti e ospedalieri utilizzare.
- Diritto alla privacy e alla confidenzialità sullo stato di salute. Da il diritto alla protezione della propria privacy ed alla confidenzialità del proprio stato di salute. Le informazioni relative allo stato di salute di un malato, così come ai trattamenti medici o chirurgici ai quali il paziente si sottopone, devono essere considerati privati e, come tali, opportunamente protetti. In pratica, la privacy delle persone deve essere rispettata, anche nel corso dei trattamenti medici e chirurgici.
- Diritto al rispetto del tempo dei pazienti. Nei limiti del rispetto della privacy, ogni persona ha il diritto di consultare le liste d’attesa nel caso ce ne fosse di bisogno, e di ricevere (in un periodo di tempo relativamente celere e predeterminato), i dovuti trattamenti sanitari. I servizi sanitari devono garantire al paziente l’accesso alle cure o ai servizi e, qualora fosse necessario, l’immediata iscrizione alla lista d’attesa. Il paziente dovrà quindi essere curato nei tempi prestabiliti; nel caso in cui i servizi sanitari non fossero in grado di fornire tali prestazioni nei tempi predeterminati, deve essere data per certo la possibilità al paziente di servirsi (in un tempo ragionevole) di un qualsiasi altro tipo di servizio.
- Diritto al rispetto di standard di qualità dei servizi sanitari. Tutti hanno il diritto di accedere a servizi sanitari di alta qualità, nel rispetto di specifici standard. Questo però implica la determinazione ed il rispetto di precisi standard di qualità, fissati per mezzo di una procedura di consultazione pubblica che viene rivista e valutata periodicamente.
- Diritto alla sicurezza dei servizi sanitari. Sono considerate quelle norme di sicurezza che devono essere garantite dai servizi sanitari ad ogni individuo. Esso ha il diritto alla garanzia di elevati standard di sicurezza, ai fini di evitare danni derivati dalla malasanità, errori medici, nonché dal cattivo funzionamento dei servizi sanitari. Per garantire questo diritto, c’è bisogno di mantenere in modo adeguato le strutture sanitarie, tanto quanto formare gli operatori in modo adeguato. Ultima, ma non meno importante, è quella di controllare periodicamente le apparecchiature sanitarie, per evitarne così il cattivo funzionamento.
- Diritto all’ innovazione in campo medico. Il Malato ha il diritto alle cure innovative come alle informazioni sulle ricerche in campo biomedico, secondo le norme internazionali. I servizi sanitari hanno il dovere di promuovere e sostenere la ricerca in campo biomedico, tranne che si tratti di malattie rare. I risultati della ricerca devono essere propagate in modo adeguato.
- Diritto ad evitare le sofferenze ed il dolore non necessari. In ogni fase della sua malattia, il paziente ha il diritto di evitare quanta più sofferenza possibile. Per far fronte a questo impegno, i servizi sanitari devono darsi da fare il più possibile affinché questo avvenga. Un esempio potrebbe essere quello di semplificare l’accesso dei pazienti alle cure, o fornire quelle palliative.
- Diritto ad un trattamento terapeutico personalizzato. Ogni individuo ha il diritto, in base alle proprie esigenze, a programmi diagnostici o terapeutici. A tal proposito, i servizi sanitari devono garantire progetti flessibili che soddisfino quanto più possibile le esigenze di ogni individuo, assicurando che i parametri di sostenibilità economiche non prevalgano sul diritto alle cure.
- Diritto al reclamo in ambito sanitario. Qual volta un malato abbia subìto un danno, non solo ha il diritto di reclamare, ma anche quello di ricevere delle risposte concrete. Questo diritto deve essere naturalmente garantito dai servizi sanitari recanti danno. In che modo? Assicurando ai pazienti le informazioni utili per i loro diritti, permettendogli dunque di esercitarli, mettendo a conoscenza le norme di violazione e formalizzando il reclamo stesso. La procedura di reclamo viene eseguita tramite istituzioni indipendenti, ed il diritto ad una procedura penale o di conciliazione non può essere pregiudicata.
- Diritto al risarcimento da malasanità. Ogni malato che sia stato vittima di malasanità, dopo la sopraindicata procedura, ha il diritto di ricevere un risarcimento equo in relazione al danno subito. Questo deve essere fatto in tempi ragionevoli e rapidi, sia che il danno causato da un servizio sanitario colpisca lo stato fisico del paziente, sia quello psicologico. I servizi sanitari devono garantire un risarcimento, qualunque sia la gravità del danno, anche quando la responsabilità non può essere accertata assolutamente.
La Tessera sanitaria
Un altro servizio della quale il malato può usufruire è la tessera sanitaria (entrata in vigore in Italia dal primo Novembre 2004) e valida in tutta Europa.
Essa viene rilasciata, in linea di massima, a tutte le persone che siano in possesso della cittadinanza italiana ed ai cittadini (sia comunitari che extra comunitari) iscritti al Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Alcune eccezioni al rilascio di tale carta riguardano:
- i lavoratori con un contratto di diritto italiano iscritti all’ AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero);
- studenti in possesso di modello E106 o S1, regolarmente iscritti all’ AIRE;
- i pensionati (ed i loro familiari), titolari di un modello E121 o S1;
- i parenti di quei lavoratori che risiedono in un paese diverso da quello del capofamiglia, e che siano in possesso di modello E109 o S1.
La tessera sanitaria viene utilizzata dai cittadini come riconoscimento dei propri dati, come codice fiscale, o in farmacia per farsi rilasciare lo scontrino intestato ai fini dello scarico fiscale di ogni anno. Ma queste non sono le uniche prestazioni offerte dalla tessera sanitaria.
Come già citato poc’anzi, qualora il cittadino si trovasse all’estero per qualsiasi motivo e si dovesse ammalare, può utilizzare questa carta ai fini di ricevere le prime cure essenziali in tutti i 27 stati membri dell’Unione Europea.
Diritti del malato, a chi rivolgersi
Mi chiederai dunque: “che cosa posso fare da malato per tutelarmi da un sistema dove a volte purtroppo vige la malasanità”?
Beh, bisognerebbe affidarsi innanzitutto ad un team di professionisti specializzati (non solo avvocati ma anche medici legali associati agli avvocati), che siano sia in grado di delucidarti sulle leggi a favore del malato, e che sappiano pure aiutarti per un eventuale caso su di errori commessi da medici anche a livello ospedaliero nei tuoi confronti.
A tal proposito non posso fare altro che raccomandarti di affidare il tuo caso ai ragazzi di Rimborso Sicuro, dove sarai supportato ed assistito a dovere fino in fondo! Gli avvocati ti daranno una prima consulenza (senza nessun costo iniziale e senza impegno), sia che tu abbia subìto un danno medico, un danno sanitario, una mancanza di consenso informativo sui rischi della terapia o su un’infezione ospedaliera.
Nel caso in cui i legali ritenessero che esistano gli estremi per poter proseguire e richiedere dunque un risarcimento per responsabilità medica, potrai stipulare in ragione del quale il compenso sarà dovuto solo ed esclusivamente a risarcimento ottenuto.
Ma ricorda: per quanto riguarda le prescrizioni per danno da malasanità, si hanno 10 anni di tempo nei confronti di chi si vuole intervenire (se si tratta di una struttura ospedaliera), mentre nel caso si tratti di un medico singolo, i tempi si dimezzano a solo 5 anni per poter intervenire legalmente.
Se hai dunque subìto un danno biologico per malasanità, il team di Rimborso Sicuro metterà a tua disposizione tutta la sua competenza e professionalità con cui opera (in collaborazione ad avvocati e medici legali qualificati ed esperti in materia), offrendoti una consulenza in maniera del tutto gratuita e la giusta assistenza preliminare per affrontare ogni tipologia di problema, con l’obiettivo finale di farti ottenere un corrispettivo risarcimento, sia economico che morale.
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In alternativa puoi compilare il modulo on-line attraverso il nostro Format semplice ed intuitivo, e richiedere così in maniera veloce un intervento adeguato alle tue esigenze.