Il mercato assicurativo è stato profondamente inciso dall’entrata in vigore della Legge Bersani: quest’ultima, tra le altre cose, ha previsto un meccanismo in forza del quale è possibile ereditare la classe di merito di altro soggetto, purché inserito nel medesimo stato di famiglia e risulti convivente con il beneficiario.
Tuttavia, perché si possa applicare il beneficio in questione, che permette di ottenere una classe di merito più conveniente rispetto alla propria, è necessario che vengano rispettati alcuni requisiti. In questo articolo approfondiremo, appunto, in che modo ottenere gli effetti della Legge Bersani ed in quali casi ciò è possibile.
Come ereditare classe di merito
Prima di entrare nel vivo del discorso, forse potresti aver bisogno di un breve ripasso su cos’è la classe di merito (o CU): si tratta di un parametro attraverso il quale le compagnie di assicurazione misurano il livello di rischio connesso, per ciascun veicolo assicurato, ad ogni cliente. Ne consegue che la classe di merito risulta essere influenzata dai meccanismi del bonus/malus, per cui se commetti incidenti ottieni un innalzamento della c.d.m., viceversa questa si abbassa col passare del tempo.
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L’utilità di questo sistema è duplice. Infatti, dal lato delle compagnie di assicurazione, la classificazione dei clienti secondo la relativa rischiosità permette di parametrare in concreto il rischio di dover essere chiamate a risarcire i danni derivanti dal sinistro, portandole a chiederti un premio tanto più elevato quanto più alta sarà la tua classe di merito; dal lato del cliente, invece, il sistema delle classi di merito permette ai conducenti più virtuosi di beneficiare di un minor costo per la RC auto.
Una delle particolarità del sistema delle classi di merito è che i neo-assicurati vengono di diritto inseriti nella classe più alta: questo avviene sia perché, normalmente, le persone che stipulano da zero un contratto di assicurazione sono quasi sempre neo-patentate, sia perché, anche se erano state precedentemente assicurate, non hanno continuato a mantenere attiva una polizza nei cinque anni precedenti, così venendo meno ogni riscontro sullo storico dei rischi degli ultimi anni. In entrambi i casi, quello che accade è che la compagnia assicurativa presume un maggior livello di pericolosità dei neo-assicurati, con conseguente inserimento nella categoria più alta e pagamento dei premi maggiori.
E’ proprio su questo meccanismo che è intervenuta la Legge Bersani (si tratta della Legge 40/2007): la riforma ha permesso di ereditare la classe di merito da altro conducente già assicurato e presente nello stesso nucleo familiare, quando si acquista una nuova automobile.
In via generale, però, esistono dei requisiti che devono essere rispettati e che, salvo quanto diremo più avanti in relazione ai singoli casi più rilevanti nella prassi, sono i seguenti:
- si deve trattare di veicolo assicurato per la prima volta da un componente del nucleo familiare (quindi, si può trattare anche di auto usata, purché mai prima assicurata da un convivente);
- la classe di merito da ereditare deve essere riferita ad una persona che possiede una polizza attiva e non scaduta;
- il primo veicolo e il successivo devono essere intestati entrambi a persone presenti nel medesimo stato di famiglia;
- come vedremo meglio più avanti, la Legge Bersani si applica solo alle persone fisiche (salve le ditte individuali) e purché tra soggetti conviventi e iscritti nello stesso stato di famiglia;
- infine, tra i due veicoli (quello di prima proprietà e quello nuovo) vi deve essere identità di tipologia (non si può ereditare la c.d.m. per una polizza auto da una polizza moto, e viceversa).
Ereditare classe di merito defunto
Tra le condizioni per l’applicazione della Legge Bersani ce n’è una che abbiamo dato per implicita. Dal momento che la legge parla di persone conviventi e inserite nello stesso stato di famiglia, bisogna assumere che per ereditare la classe di merito è necessario che il soggetto da cui si ottiene “l’eredità” deve essere in vita. Ne consegue che, di norma, non è possibile ereditare la classe di merito di un defunto.
In particolare, quando il titolare di una polizza auto muore è necessario avvisare la compagnia di assicurazione, la quale potrebbe proporre agli eredi o ai parenti due alternative: la cessazione immediata del contratto o l’ulteriore copertura per i sei mesi successivi al decesso del titolare, purché in regola con il pagamento del premio.
La scelta tra le due alternative potrebbe essere, ovviamente, influenzata dalla prospettiva di ereditare la classe di merito del defunto, nel senso che, ad esempio, potresti valutare l’opzione di mantenere attiva la polizza quel tanto che occorre per stipularne un’altra con l’applicazione dei benefici della Legge Bersani.
Ma questa operazione è possibile, alla luce della regola generale che abbiamo sopra esaminato? In realtà, ereditare la classe di merito del defunto è sempre possibile in un caso particolare, dove non opera la Legge Bersani.
Parliamo del coniuge in comunione dei beni che abbia completamente intestata a sè stesso l’automobile. In questo caso, l’automobile viene sottratta dal meccanismo ereditario e rimane al coniuge superstite in comunione dei beni, evitando in tal modo il declassamento della polizza.
Facciamo un esempio: due coniugi possiedono un’auto di famiglia, intestata ad uno solo dei due; l’altro è titolare di una polizza auto con c.d.m. molto bassa e successivamente muore. Se tra i due coniugi non esistesse un regime di comunione dei beni e l’automobile non fosse di proprietà esclusiva del coniuge superstite, questa, compresa la polizza a cui è legata, si troverebbe coinvolta nella successione: con la conseguenza del suo passaggio agli eredi (compresi i figli) ai quali non può essere fatta ereditare la classe di merito del defunto (perché ipotesi non coperta dalla Legge Bersani).
Viceversa, nel caso che abbiamo sopra visto, si ha una successione nella polizza in capo al coniuge superstite (intestatario del veicolo al 100%), perché si evita il passaggio agli eredi dell’automobile.
Nei casi in cui, invece, opera il normale meccanismo di successione, quello cioè che normalmente non permette l’applicazione della Legge Bersani, come ci si può regolare? Anche in questo caso, facciamo un esempio: hai ricevuto in eredità l’automobile del tuo genitore defunto e ti stai chiedendo se, estendendo la validità della polizza del defunto per sei mesi aggiuntivi puoi beneficiare di quest’ultima ai fini della Legge Bersani.
Ebbene, la risposta è no: in questo caso, il passaggio in eredità della vettura comporta l’impossibilità di applicare la regola appena vista, che vale unicamente per il coniuge in comunione dei beni. In tutte le altre ipotesi, anche stando alle condizioni della Legge stessa (che parla di persone vive e conviventi), non è possibile ereditare la classe di merito del defunto.
Ereditare classe di merito genitori
Molto più semplice la questione per coloro che intendono ereditare la classe di merito dei genitori, dal momento che proprio il caso dei figli neopatentati o neo-assicurati è quello avuto a mente da chi ha scritto la Legge Bersani.
Normalmente, chi ha da poco conseguito la patente e vuole stipulare una nuova polizza dovrebbe partire dalla classe di merito più elevata, in considerazione dell’alto tasso di rischio dovuto all’inesperienza.
Proprio in questi casi, la Legge Bersani permette ai neopatentati di ereditare la classe di merito del genitore (che si presume essere più bassa, proprio per il maggior grado di esperienza alla guida). I figli, infatti, possono partire dalla c.d.m. dei genitori, a condizione che:
- risultino conviventi (cioè avere la stessa residenza) e inseriti nello stato di famiglia del padre o della madre da cui si eredita la c.d.m.;
- rivolgano la nuova assicurazione all’acquisto di una nuova auto, sia appena immatricolata che usata, mai precedentemente assicurata da un membro della famiglia.
Se, ad esempio, possiedi la prima classe di merito, tuo figlio neopatentato potrà acquisire anch’egli la prima classe, invece di entrare nel sistema assicurativo dalla più alta: il che si tradurrà in un consistente risparmio in termini di premio. E questo anche se il suo premio sarà comunque più elevato del tuo, a parità di compagnia, dal momento che la tua prima classe sarà considerata “originale”, mentre la sua “ereditata”: ma, come si suol dire, è il risultato che conta.
Occorre precisare, a questo proposito, che la nuova automobile e il nuovo contratto di assicurazione non devono essere necessariamente intestati alla stessa persona: infatti, è possibile intestare la nuova auto al genitore e la polizza al figlio, o viceversa, purché si tratti di persone conviventi, che il veicolo sia della medesima tipologia rispetto a quello da cui si eredita la classe di merito e che non sia stato precedentemente assicurato con i privilegi Bersani.
Ereditare classe di merito convivente
In generale, al di là dei figli, l’applicazione della Legge Bersani è ammessa in tutti i casi in cui esiste un rapporto di stabile convivenza, come accertato dall’appartenenza al medesimo stato di famiglia. Infatti, la normativa, purché siano rispettate le condizioni generali prima esaminate, permette a due familiari di potersi passare la classe di merito.
Occorre precisare che l’espressione “familiari conviventi” non può essere limitata unicamente alle persone che hanno un rapporto di parentela riconosciuto dalla legge: questa, infatti, non è una condizione espressamente richiesta. Anzi, la normativa si limita unicamente a chiedere:
- l’inserimento nel medesimo stato di famiglia;
- l’esistenza di un rapporto di convivenza.
Ne consegue che è possibile ereditare la classe di merito del convivente, anche se non sposato. Peraltro, alla luce delle nuove norme sulle unioni civili, ormai questa facoltà è diventata un vero e proprio diritto. Dunque, purché due persone presentino la medesima residenza e siano inserite all’interno del medesimo stato di famiglia, sarà possibile usufruire dei benefici della Legge Bersani.
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